Quante volte hai criticato gli altri per il loro comportamento?
Quante volte hai giudicato ritenendo che quello che facevi tu
era giusto e quello che facevano gli altri era sbagliato?
Quante volte sei stato male imputando il tuo malessere/disagio
ai comportamenti altrui?
E se tutto questo non fosse la verità?
E se ci fosse un modo diverso per analizzare i nostri conflitti
interni?
Quello che vorrei proporti oggi è un metodo, ideato e
sperimentato con notevole successo da Byron Katie, che si chiama The Work.
È tanto semplice da fare, quanto illuminante e utile per analizzare le situazioni in un’ottica diversa.
Byron Katie pone quattro domane che, applicate a un problema
specifico, consentono di vederlo sotto una luce completamente diversa, permettendo ad ognuno di rendersi conto che l’origine di ogni problema risiede nei
propri pensieri e che, una volta compreso, è facile cambiare.
Ti riporto il suo schema, tratto dal libro “Amare ciò che è – 4 domande che possono cambiare la tua vita”
Prendi carta e penna e mettiti subito all’opera.
Pensa alla situazione stressante o alla persona che ti fa
arrabbiare e rispondi alle seguenti 4 domande:
1. Chi ti fa arrabbiare, ti
frustra, ti confonde e perché?
Io sono [arrabbiato,
frustrato, confuso….] con [nome] perché è [……..]
Esempio: Io sono amareggiata con Paul perché non mi ascolta.
2. Come vuoi che cambi
questa persona? Cosa vuoi che faccia?
Voglio che [nome]……………….
Esempio: voglio che Paul mi dia tutta la sua attenzione e sia
attento ai miei bisogni.
3. Che cosa dovrebbe o non
dovrebbe fare, essere, pensare o provare? Che consigli potresti offrirgli/le?
[nome] dovrebbe/non
dovrebbe……….
Esempio: Paul non dovrebbe guardare troppa televisione.
4. Cosa hai bisogno che
questa persona faccia, per renderti felice?
Ho bisogno che [nome]
………….
Esempio: ho bisogno che Paul mi ascolti. Ho bisogno che rispetti
le mie opinioni.
5. Che cosa pensi di questa
persona/situazione? Fai una lista.
[nome] è ……………
Esempio: Paul è incurante degli altri. Paul è infantile. Paul è
ingiusto.
6. Quali esperienze non
vuoi più avere con questa persona/Cosa non vuoi mai più provare riguardo a
quella situazione?
Non voglio mai più ……….
Esempio: non voglio mai più vivere con Paul se non cambia. Non
voglio più litigare con Paul.
Ora, per ogni tua risposta precedente, poniti le quattro domande
e il rigiro.
1. È vero?
2. Puoi sapere con assoluta
certezza che è vero?
3. Come reagisci, cosa
succede, quando credi a questo pensiero?
4. Chi saresti senza il
pensiero?
poi
rigira il pensiero e trova almeno tre esempi specifici e sinceri di come ogni
rigiro è vero nella tua vita.
Quindi nel nostro esempio:
1. È vero? (si o no. Se no, passa alla 3) “È vero che Paul non mi ascolta?” – e aspetta in silenzio che la
risposta venga dal profondo
2. Puoi sapere con assoluta certezza che è vero? “Posso sapere con
assoluta certezza che Paul non mi ascolta? Posso davvero sapere se qualcuno mi
ascolta o no? Ascolto io a volte, anche quando sembra che non ascolti?”
3.Come reagisci, cosa succede, quando credi a questo pensiero? Come reagisci quando
pensi che Paul non ti ascolti? Come lo tratti? Fai una lista. Ad es. “Gli
lancio un’occhiataccia, lo interrompo, alzo la voce, mi irrito…” e nota tutti gli effetti del credere al
pensiero “Paul non mi ascolta”.
·
Quel pensiero porta pace o stress nella tua vita?
·
Che sensazioni fisiche ed emozioni sorgono quando credi a quel
pensiero?
· Come tratti quella persona, te stesso e gli altri in quella
situazione quando credi a quel pensiero?
4. Chi saresti senza quel pensiero? Ora chiudi gli occhi.
Visualizzati in presenza di [nome] in quella situazione. Immagina di guardare
[nome] per un momento, senza il pensiero “voglio che…”. Cosa vedi? Come sarebbe
la tua vita senza quel pensiero?
5. Rigira il pensiero. Le affermazioni posso essere rigirate a te stesso, all’altro e
al loro opposto.
L’affermazione
originaria: “Paul non mi ascolta” rigirata potrebbe diventare:
“io non ascolto Paul”. È
altrettanto vero o più vero per te? Stai ascoltando Paul quando pensi che lui
non ti stia ascoltando?
Un altro rigiro è “io
non ascolto me stessa”
Un terzo è “Paul mi
ascolta”
Per ognuno dei rigiri
trova almeno 3 esempi specifici e sinceri di come questo rigiro è vero nella
tua vita.
Il rigiro è la parte in
cui prendi quello che hai scritto sugli altri e guardi se è altrettanto vero, o
più vero, applicato a te stesso. Finché pensi che la causa dei tuoi problemi
sia “là fuori”, finché pensi che qualcuno o qualcosa sia responsabile della tua
sofferenza, continuerai a vivere nel ruolo di “vittima”.
Rifletti: quello che
stai sentendo è il risultato del comportamento di [nome] o dei tuoi giudizi sul
suo comportamento?
I rigiri sono le tue
ricette per la salute, la pace e la felicità.
Riesci a somministrare a
te stesso la medicina che hai sempre prescritto agli altri?
Rivolgi a te stesso i
suggerimenti che dai agli altri. Noterai che non sempre siamo in grado di
mettere i pratica i consigli che molto facilmente dispensiamo. Quando si scopre
di essere uguali alla persona che si era giudicata si vede che in fondo tutti
facciamo del nostro meglio nella situazione in cui ci troviamo.
Ecco che in quest’ottica
la percezione cambia completamente e i tuoi rapporti con gli altri
miglioreranno sensibilmente perché tu sarai migliore.
Io ho sperimentato più
volte questa tecnica, anche qualche giorno fa, quando, non riuscendo a capire
il comportamento di una persona continuavo ad attribuirle “colpe” che in realtà
non aveva (il rigiro è stato sorprendente!)
Proprio per questo ho
pensato di proportela, perché, se già non la conoscevi, è un’ottima occasione
per mettersi in gioco.
Pensa come sarà bello,
una volta capito il segreto di “The work”, migliorare istantaneamente il
rapporto con le persone che ti circondano e iniziare ad accettare la realtà così
com’è, senza essere condizionati dai nostri pensieri, perché, come dice Byron
Katie, “Quando sei in conflitto con la realtà perdi, ma solo il 100% delle
volte.”
Testa, prova, sperimenta
e scoprirai come è facile cambiare i film depotenzianti che proiettiamo
continuamente nella nostra mente.
Buona scoperta!
Renata
Tratto da “Amare ciò che è – 4 domande che possono
cambiare la tua vita” di Byron Katie e Stephen Mitchell, edizioni Il Punto
d’Incontro e liberamente adattato anche con gli esempi riportati nel sito www.thework.com
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