“Storiella inglese…
Una famiglia inglese, in gita di piacere, visita una graziosa casetta di
proprietà di un pastore protestante, che sembra particolarmente indicata per le
prossime vacanze estive.
Ritornati a casa ricordano però di non aver visto i servizi, e indirizzano
al pastore la seguente lettera: "Egregio Sig. Pastore, siamo la famiglia
che alcuni giorni addietro ha contrattato l'affitto della casetta in campagna,
ma non avendo visto il W.C. voglia cortesemente illuminarci in proposito.
Grazie e distinti saluti."
Ricevuta la lettera, il pastore equivocò sull'abbreviazione W.C. e credendo
che lo stagionale inquilino si riferisse alla Cappella Anglicana chiamata Welles
Chapel, pervaso da fervore religioso, così rispose: "Gentile
Signore, ho molto apprezzato la sua richiesta, ed ho il piacere d'informarla
che il luogo che le interessa si trova a circa 12 km dalla casa, il che è molto
scomodo soprattutto per chi è abituato ad andarci con frequenza.
Chi ha l'abitudine di trattenersi molto per la funzione, è bene che si
porti da mangiare, così potrà restare sul luogo tutto il giorno. Il posto si
può raggiungere a piedi, in bicicletta e in macchina; è preferibile andarci per
tempo per non rimanere fuori e disturbare gli altri. Nel locale c'è posto per
30 persone a sedere e 100 in piedi.
I bambini siedono accanto agli adulti, e tutti cantano in coro. All'entrata
a ognuno viene consegnato un foglio, e chi arriva in ritardo può servirsi del
foglio del vicino. I fogli devono essere utilizzati anche le volte successive
per almeno un mese. Vi sono amplificatori per i suoni affinché si possano udire
anche dall'esterno. Vi sono inoltre fotografi specializzati che scattano
fotografie nelle pose più disparate in modo che tutti possano vedere queste
persone in atto tanto umano. Tutto quanto si raccoglie viene poi dato ai
poveri.
Distinti saluti, il vostro amico Pastore.”
Ho trovato formidabile questa storiella, tanto simpatica quanto nella
realtà cosi tante volte ci capita di capire fischi per fiaschi e portare avanti
discussioni, a volte facendole anche degenerare, solo perché non ci siamo posti
nessun dubbio su quello che il nostro interlocutore ci stava dicendo.
E' sempre la mia interpretazione quella corretta?
Uno dei presupposti della PNL è che LA MAPPA NON È IL TERRITORIO.
Se sei un appassionato di PNL, avrai sicuramente sentito questa frase un’infinità
di volte.
Ma cosa significa esattamente?
Semplicemente
che noi traduciamo continuamente la realtà che ci circonda in rappresentazioni
interne che costituiscono la nostra mappa soggettiva.
Questa mappa è solo nostra, nessuno può averla uguale, infatti a sua volta,
un'altra persona avrà interpretato la stessa cosa a modo suo (in un'altra
mappa) e cosi via per tutte le persone.
Per esempio, se io ti parlassi del mio cane e ti dicessi che ogni mattina
andiamo insieme a fare una passeggiata, tu che idea ti sei fatto del mio cane?
Di che colore è?
Di che taglia è?
Ha il pelo lungo?
Se faccio questa domanda a più persone, qualcuno mi potrebbe rispondere che
è bianco a pelo corto e piccolo, qualcun altro che è nero a pelo lungo e
grande, un altro che è bianco,pelo lungo e piccolo…
E tu come lo hai visto?
Io non ti ho dato nessun dettaglio ma tu, finchè leggevi che ogni mattina
passeggiamo insieme, lo hai visualizzato.
Come hai fatto a decidere se era bianco/nero, pelo lungo/corto,
grande/piccolo?
In base alle tue percezioni interne e alle tue esperienze passate.
Capisci? Sono le tue esperienze soggettive che creano la tua mappa del
mondo.
Considerare solo le nostre sensazioni e l’interpretazione della nostra
mappa del mondo è sicuramente molto limitativo in quanto non ci permette di
capire e comunicare bene con gli altri.
La nostra mappa del mondo si costruisce grazie alle informazioni che
raccogliamo attraverso i cinque sensi (vista, udito, olfatto, gusto e tatto)
denominati in programmazione neuro linguistica filtri rappresentazionali VAK:
V= CANALE
VISIVO
A= CANALE
AUDITIVO
K= CANALE
CINESTESICO (raggruppa gusto, tatto, olfatto e sensazione ed emozioni).
Attraverso i canali percettivi tutti noi filtriamo le informazioni che ci
arrivano dall’esterno e costruiamo la nostra mappa del mondo.
Ognuno di noi, sia per organizzare i dati nella propria elaborazione
interna, sia per comunicare con gli altri utilizza in modo predominante uno o
due filtri rappresentazionali.
Non è sempre facile individuare quale canale percettivo viene utilizzato dal
nostro interlocutore ma con un po’ di attenzione, capacità di ascolto e pratica
puoi riuscire a dialogare nel suo “linguaggio rappresentazionale”
Cosa vuol dire?
Che se lui ti parla in modo “visivo” anche tu, per essere compreso, dovrai
parlagli in modo “visivo”.
Innanzitutto una delle prime cose su cui potrai fare pratica è prestare attenzione alle
parole che usa il tuo interlocutore, perché queste rispecchiano il suo
“linguaggio rappresentazionale”.
Per cui se una persona è tendenzialmente VISIVA, uso tendenzialmente perché
NESSUNO è sempre visivo/auditivo/cinestesico, non è un’etichetta che ci
attacchiamo addosso e che resta costante. Dobbiamo sempre prestare attenzione
nell’ascolto, quando interagiamo con il nostro interlocutore, proprio perché
sarà lui, in ogni istante a fornirci la sua mappa del mondo relativa a quel
momento. Se una persona è tendenzialmente visiva userà determinate parole, se è
uditiva ne userà altre.
Vediamo insieme questo esempio che ci può far capire meglio:
Una coppia sta parlando e lei dice:
“Non mi ami più, non mi dici mai
TI AMO!!!”
E lui risponde: “Come non ti amo più …ti regalo sempre dei fiori per dimostrarti il mio amore.”
E lei: ”No no, tu non mi ami più, non me lo dici mai!”
Avrai intuito che lei, filtra il suo sentirsi amata quando si sente dire Ti
amo, mentre il suo compagno vuole dimostrare, far vedere il suo amore.
Anche se lui le regala costantemente fiori lei continuerà a non sentirsi
amata semplicemente perché essendo lei “uditiva” ha bisogno di parole e non di
oggetti.
Il semplice sentirsi sussurrare Ti amo la renderà felice perché nella sua
mappa del mondo lui parla la stessa lingua e lei si sente compresa.
Ecco perché, soprattutto in determinate dialoghi, è importante prestare
attenzione alla scelta delle parole della persona che abbiamo davanti. E’ una
fonte importante, che ci fornisce indicazioni molto precise.
Inizia già da ora ad
avvicinarti alla mappa del mondo delle persone con le quali interagisci e
vedrai come miglioreranno le tue relazioni.
E’ un po’ come se dovessi parlare con una persona di un altro stato…se
conosci la sua lingua vi spiegherete meglio!
E ricorda, come ogni cosa nuova, è necessario fare pratica!
Raccontami poi i cambiamenti positivi che già da subito potrai notare nella
tua vita.
Renata

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